La memoria ci chiama. Lo sguardo che è un fascino immortale ci agguanta col suo arto infernale, vortica di malinconia con lo sguardo perso fai ricordi lontani nel suo gioco crudele di farfalle vermiglie. Ti invita al suo banchetto mortale, nel suo pozzo incupito delle ombra passate. Accetta, è venuta a reclamarti dalla sua dimora di solitude. E’ assente d’affetto, sarai solo un burattino fra le sue mani. Sarai orfano di matre patre, ma non di ella. È l’incanto che presto t’accoglie fra le braccia vetuste d’insana famiglia.
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Ho sempre pensato di aver bisogno di una presentazione, beh… la mia si spiega fra queste righe di cui sono orgoglioso. No, comunque non sono orfano, non volevo intendere ciò. Solo che essendo una persona dal carattere mutevole ho trovato questi miei versi l’uscio al mio creato. Ed ora mi è tutto più chiaro…
Sto lavorando ad un nuovo post, spero di finirlo entro oggi ma non ne sono sicuro. E’ qualcosa di misterioso, qualcosa che vi voglio servire a frammenti disconnessi, lunghi o corti che siano… Ho una strana nostalgia che non so spiegare… non so perché ho usato ‘solitude’, la prendo come una mia personale licenza poetica ^^’
a presto!
Chesy.