Mia candida armatura,
così bianca nella discrezione
d’accogliere paura.
Così gelida nell’intenzione
D’assentir a pura
- bocca.
Di rugiada udivi canzone,
fra le melodie suonate
a cantar trionfo con l’èone,
stretto nel cuore d’àgate lionate.
Di marmo e di brina
Al flagello della sognante luce,
fra le vesti di pizzo e di trina,
mi porgevi un giglio malato di truce
- vecchiaia.
Fra i petali di faìna,
avvizziti al risveglio del duce,
incollerito di mestizia al guardar velina
di candida gioia fiorita dalla luce,
stornata nel riavvolgere la mattina.
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