Mi rendo conto che ogni parola stimola un fascio cerebrale, ciò induce a pensare tante, troppe, cose.
Così come se pensiamo al suono di una parola, stimola; altroché. Pennello può essere intravisto come un albero dalle sfumature aranciate, con lunghi rami che odorano di cinnamomo, e mani che si aprono in foglie di carta ingiallita munite da anelli che sono grossi rampolli di succo d'arancia deflagrato. Questo è un pennello: lo stimolo percettivo dei sensi che produce una cornice dalle sfumature inquietanti, associate ai nostri desideri, al nostro vissuto.
Così come la parola White è una libreria dentro un faro, spazzata da una brezza satura di sale, dove una dama spolvera i suoi vecchi romanzi. Al contempo il faro è uno stendardo disperso tra lidi di finissima sabbia bianca, su un mare che profuma di anice muschiato. E così come il nome Gloria Winter è un fiume di cenere che scorre troppo veloce per riuscire a percepirne i movimenti, anche nei momenti di piena il fiume non sbava, altroché, solca dritto per la sua strada, imperterrito a batterla nell'ordinario riposo della sua esistenza. Al contempo però esso si trova costellato da una terra brulla, marroncino scurito, qualche ciuffo affiora di rado, ribelle e di un verde giovanile e insistente.
Potrei dilungarmi ancora per molto, ma lascio un chicchessia volere di sfogo percettivo ai vostri neuroni.
Arrivederci,
Chesy.
Per me un pennello è un pennello.
RispondiEliminaIl bianco è solo un colore.
Quella donna... è quella che è.
Sono ciò che creano, il modo in cui si rapportano con il mondo, a elevarli a un grado diverso, più casto, irreversibilmente magico e delizioso. Nel modo in cui il pennello si muove sulla tela, da chi è impugnato: questo può creare il tuo albero d'arance. Una donna vestita di bianco, che cammina su una landa desolata, lei può essere il tuo faro.
Per me, è nel modo in cui un pennello, un colore, una donna agisce, che si nasconde la magia del verbo. Il modo in cui lo si usa.
Da solo è polvere nel vento.
Non comprendi.
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