E' così... non pensavo potesse mai accadere. E invece... E invece ho conosciuto lei, e nei suoi occhi ho visto un campo di viole, la lavanda appena fiorita... non pensavo davvero che fosse così bello, sì; che fosse così bello conoscere una persona. Benché io pensavo di averla già conosciuta... ma è stato riconoscerla. Vedere chi era, toccarla, la scrittrice del Tyrsek, quella che ammiravo molto. La ragazza timida e stupenda che mi ha abbracciato sopra la città vecchia...
Ancora sono là, i tuoi occhi. Impressi nella più fulgida memoria, sono stelle violette che splendono brillando come gemme nel cielo, e ogni volta che lo guarderò, questo mio tetto, penserò a te... e penserò al calore che ho sentito quando mi hai abbracciato, a chiamarti Zia e tu Gattino. E i tuoi occhi che mi spiavano, meravigliosi come la più splendida rosa che sboccia... come grappoli di glicine che pendono dalla feritoia di un castello lontano.
Grazie, Francy...
*-*
RispondiElimina... non ho parole, grazie davvero. Per me è stato ugualmente emozionante, ed è vero che alla fine è tutto un "riscoprirci", ritrovarci non cambiati, sempre gli stessi, ma con qualcosa in più... l'affetto che si stringe e ci vincola attraverso lo sfiorare di una mano, o un bacio lieve sulla guancia. Sei stato dolcissimo.