E’ come una folata gelida, tra-p-a-ssa il corpo. S’avvolge come una nastro delicato, appuntito, tagliente; lingua di serpe ad ammantare il mio cuore. Solco di passato a far da guardia sulla soglia della cancellata.
Spossatezza?
Forse il dolce strascico di un passettino indietro, minimo, vestigia vermiglia sopra ali di neve, lo sbocciare di una rosa prematura. Vento.
Windes.
Caldo.
Velluto rosso, cupo, morbido come un sogno che sa allietare. Morbida, innocente, come l’astratta sensazione di avere qualcuno accanto, di trovare quello sguardo pallido distinto da una bussola. Occhi ghiacciati come fiamme d’oceano. Vesti panni scomodi, l’inadeguatezza, il sentore di diversità s’era dipanato, era rimasto celato. Il desiderio di far pare della normalità è fallito, sgretolatosi come un muro martoriato dal tempo.
Già.
Squallido il tempo, freddo pure lui.
Ma forse, ma forse… ecco, dovresti parlare un po’ più a te stesso. Gli altri sono reduci caduti, reietti di un passato da cui vogliono cancellarti. Il perché si è perso fra le brame di qualcun’altro, forse un desiderio lascivo segnato su carta e fiutato dal vento.
Ma tu.. ecco, ma tu. Ma tu perché non fai qualcosa?
Come, se qualcosa, in-fondo infondo esistesse.
Ti ricordi? Foto macchiate di nero inchiostro e grigio fuligine. Tessera di domino mal’impiantata? L’ho sempre pensato, è brutto il modo in cui io sia diverso. Difettoso e stolido per gli altri. O è davvero così?
Cercar raccolto fra mani d’altre persone imprime di vigliaccherie fatali, e sta certo che non lo troverai.
Hai paura.
Paura di sbagliare, del ‘poi. Del cancellare quel segno errato.
Catastrofismo.
Cromo.
Acciaio,
Legge indorata.
Fai ciò che vuoi; asseconda volontà ad anima.
Nessuno va da nessuno se nessuno non scaglia pietra a nessuno o per nessuno e niente va da niente perché niente si ha da dare a niente.
Di certo, tutto resterà nella sua irreale compostezza.
Sogni? Troppo pesanti per essere trascinati dal vento.
Per tutto il resto, come sempre, c’è mastercard!
L'immagine, il post... sogni troppo pesanti. Vero.
RispondiEliminaMi rispondi con poesia, ma fai più male di uno schiaffo.
Oggi brillo, oggi sono favolosa, oggi sento che qualcosa può cambiare. Oggi sento il vento; è il respiro nella tenda che mi spinge e m'avvolge arrivando alla mia sedia.
Non devo aver paura, quello che cerco è solo ordine nella confusione dei miei pensieri.
Il resto - quel che c'è stato - è un capriccio di cui ti ho reso crudelmente vittima.