sabato 18 dicembre 2010

L’ultimo

arma 

Prima mail.

Mi hai detto che è finito il mondo. O qualcosa del genere che s’intersecava ai termini apocalisse, armageddon. Ho sempre intravisto una possibile fine del mondo, benché non sappia precisamente di quale mondo si tratti, è quella breccia nel muro che spira aria gelata e che ambisce a risucchiarci. Ma adesso, ciò che voglio capire è la fine del mondo. Il concetto in causa implica l’estinzione di ogni singola forma di vita su un piano compatto o astratto, come preferite, ad ogni modo si parla di un piano, un’asse dove la vita prima della fine del mondo era ammessa. O forse mi parlavi di apocalisse? Qualcosa, una speranza che stava per abbattersi sulla terra e sterminarci tutti. E ci ha sterminati, o siamo ancora in vita? Non saprei certo dirtelo. Non saprei dirti se sono l’unico rimasto su questa terra, l’unico e se ne sta’ davanti al pc a scriverti mail a vuoto. Non saprei dirti se un meteorite è caduto sulla terra e io semplicemente mi trovavo un po’ più in là…

So solo che questa maledetta solitudine mi punge il cuore. E se è davvero finito il mondo, adesso mi affaccio dalla finestra e non c’è niente. E non ci sei. Forse è per questo che non né ho il coraggio.

Seconda mail.

Sono andato un attimo in salotto. Non è ciò che pensi, non ho guardato fuori, le finestre avevano le tendine scure calate e le tapparelle chiuse per benino, come hai ben capito non avevo nessuna voglia di cercarla, questa maledetta fine.

La mia casa è sostanzialmente intatta, oltre ai bicchieri di cristallo mezzi smozzicati dentro le vetrine, ma quelli sono così da sempre e sempre lo saranno. Mi chiedevo per il sole ma già ti ho parlato delle finestre… non filtrava un raggio di luce. Dovrei preoccuparmi forse, e correre subito a spalancarle per farmi baciare dal sole d’estate. Non l’ho fatto. Lo sai che sono un fifone, uno di quelli che vivono da soli con la tv accesa che parla da sola, per riempirsi un po’ di più da una disinteressante compagnia, ma pur sempre compagnia. Sai pure che io sono uno di quelli che sono per appunto soli, e ti ricordi Maddy? Il mio amico immaginario, quello che avevo da piccolo e poi puff! Un giorno mi sono svegliato e non c’era più. Beh, lo sai. Sono uno di quelli.

Mi sono avvicinato alla porta, con un po’ di coraggio raccolto in petto. Ogni giorno mi lasciano il giornale facendolo scivolare dalla soglia. Ecco, non c’era. Oggi nessuna copia mi aggiorna sulla fine del mondo, forse per il semplice fatto che sono spariti tutti. E allora? È davvero finito il mondo? O forse… si è fermato il tempo!

Terza mail.

Ti avevo avvisato sui miei sospetti che il tempo si fosse fermato. Sono di nuovo qua, al pc, e ho guardato in fondo a destra, e i minuti continuano a scorrere. Oh, scusa, che sono sciocco. I computer sono solo macchine e continuano a rimandare il tempo per sempre e anche se esso si fosse fermato non conterebbe nulla, nevvero? Allora, secondo il pc sono le 19:30, la sera dovrebbe essere calata da assai. L’unica cosa che potrei fare per accertarmi è aprire le finestre. Ci provo, però tu nel frattempo rispondimi, sai, così mi dici che il mondo non è finito ed era tutto uno scherzo e che magari non sono solo.

Allora… vado?

Quarta e ultima mail.

È pieno giorno.

E la città è un lastricato d’acciaio contorto che si disperde nell’immenso.

E tu, tu, non mi hai risposto!

3 commenti:

  1. Bellissimo.
    Una non-sense fantastica, piena di sentimento, d'attualità, intrisa di un qualcosa... un qualcosa di comune e distante a ognuno di noi.

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  2. tu. tu sei un genio. come puoi scrivere così??
    sei fantastico, si vede che ci metti sentimento quando scrivi.
    Isa.

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  3. E pensare che non volevo nemmeno postarla O.o
    Comunque grazie ragazzi, vi voglio bene :*

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