sabato 15 gennaio 2011

I Can Wait Forever 4

La corrispondenza continua, ancora, forse per sempre. E’ sul blog di Francy che potete leggere la risposta alla mia lettera, e più sotto la mia.
the_love_that_I_lock_within
12/02/1823 – Seconda lettera alla mia amata.
Parigi.

Oh, mia dama, che quel filo rosso di cui v’avevo parlato non imbrogli davvero il nostro fato? E che esso sia sgraziato non v’è dubbio.

Notre-Dame è una stella scesa in cielo, di quelle infervorate dai sospiri della mezzanotte. E mentre questa scoloriva i suoi panni oramai usurati, è dentro al mio core che s’aperta una frattura.

Stamane, il nitrire dei cavalli fu il tristo annunzio della mia partenza. Con tal rammarico ve ne chiedo venia, che il vostro solerte animo non disdegni ciò che mi spinge a farlo.

Parto col respiro asciugato in ciò che scrivo, sulla mia grafia è dove passa il vento. Poiché ebbi la sacrale notizia di mia madre, che reclama il mio nome al suo capezzale morente. Mi sento quasi in imbarazzo a confidarlo a voi. E pure è tutto questo che posso fare, celarmi dietro la vostra ira che scalcerà ai portoni della mia residenza. Ho paura, mia signora, che quando voi arriverete agli spalti di questa città, io sia già troppo lontano per udire ancora il romore del vostro battito.

Ora vi scrivo, il calamaio stretto tra le cosce, sulla condensa di questo finestrino che frappone il mio sguardo al mondo. Bagna il retro di questo foglio, così sottile. A vostra differenza, non ho valigie su cui incidere le mie sentenze, non ne ho portate. La fretta che mi ha ingiunto il grave stato di mia madre ha indotto a portare solo le carte della mia novella, racchiuse in una sacca di camoscio marrone, e fogli bianchi a cui è stato estirpato quest’immaturo su cui ora scrivo. L’altri fogli, casti del mio inchiostro, saranno impregnati dal dolore di questa imminente morte. Il dolore di una, ahimè, certa morte a cui vado a porgere i miei ultimi saluti. Ma sarà un attimo, ve lo giuro, mia dama.

E ancora gli attimi che ci separano sono infiniti. E non è forse vero che un attimo è per sempre?
Londra, mentre osservo questi fiocchi di neve che scendono giù dalle stelle, è l’angosciosa sorte a cui vado incontro.

E che sappiate perdonarmi. Stringere il nodo della benedizione attorno ai pensieri che mi concederete, che sian lieti o mesti.

Oh, addio, monna musa!
Addio! Addio!

POST SCRIPTUM: Speditemi le vostre lettere a Casa Hinchinghooke, nell'amata Londra a cui sto per far ritorno. Al mio arrivo, avrò modo di leggerle.

Ho ancora bisogno dei vostri umidi baci, non scordatelo.

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