lunedì 4 luglio 2011

Di tombe di faraoni e di antri barocchi

Sono affranto e sconsolato. Come aveva detto qualcuno “mi sento la copia del vuoto”, o forse era del nulla. Ed è così che ti senti, mi sento tolta la voglia di scrivere, recisa crudelmente in un’estate che inneggiava alle parole, benché esse fossero sole, incrinate, ammaestrate. Ho sempre considerato il mio blog la mia agenda personale, dove annotare tutti i sentimenti, le sensazioni, il mio modo di vedere il mondo. E non ho mai pensato che la mia personalità potesse essere copiata per vestirne qualcun’altra. Non avevo mai pensato neppure al plagio; mi sembrava una cosa talmente lontana, specie con la licenza accanto,  - prima era nel footer –. E quando ho visto la mia anima spiattellata là, i miei racconti modificati, ho sentito il cuore abbandonare la sua presa per un attimo. Ho pensato che dentro di me c’era il vuoto. Sapete, le tombe dei faraoni. Vengono aperte, trafutest____by_karil-d377x5zgate, spogliate della loro stessa eternità, le credenziali del paradiso. Poi te li ritrovi al museo, così, bell’esposte, ma almeno al museo hanno rispetto della tua mummia, quel minimo  rispetto che li porta a incastrarti in una teca di vetro, tenerti in buono stato e tutto quel che segue, a scrivere pure il tuo nome. Ma io non sono una mummia e sinceramente avrei voluto esserlo, mi si sarebbe rivelata una sorte più consona ai miei canoni.

Insomma, il punto è questo. Non fare nomi è la puntina principale, anche perché non ce n’è bisogno, penso capirà a chi mi sto rivolgendo quando lo leggerà. Il punto è che le mie frasi, parti di miei racconti, sono stati postati su un gruppo facebook e spacciati per propri da terzi. La cosa che mi rattrista è appunto quale sia il motivo di tale atto, o quantomeno cosa spinga a fare ciò, sapete penso che tutto ciò che provo sia mio, non di altri. Che il mio cuore, la mia anima, mi appartengano. Tra l’altro negli ultimi tempi stavo collaborando con un editore per pubblicare una raccolta di racconti, il cui scopo era appunto lanciare il romanzo come una sorta di raccoglitore dei miei post di blog e racconti inediti, tra l’altro celebrare appunto il blog come la mia piccola casa dove poter leggere appunto i post e le frasi, così, senza vergogna. Ciò che è successo mi ha colpito molto, ci troviamo di fronte a un universo effimero, dove non si da peso alle azioni, alle maschere che indossiamo. Quando l’editore ha ricevuto la notizia è rimasto sgomento, soprattutto oramai ho stretto una forte amicizia con lui che era in procinto di denunciare l’accaduto alla polizia postale. L’ho fermato perché sinceramente ho pensato tutto ciò fosse infantile, e che mi sarebbe piaciuto seguire l’evolvere della vicenda fino al suo capitolare finale e poi prendere, con sommo gaudio, le decisioni finali, qualunque fossero state. Vista come si è conclusa la vicenda, l’editore ha deciso di occuparsi del caso tutelando il mio sito e tenendo d’occhio mediante motori di ricerca specializzati se si fossero presentate altre situazioni simili.

Mi sono sentito preso per fesso, mi sono sentito preso in giro.

Ho sempre pensato che si dovrebbe avere una faccia abbastanza dura per sfregiare l’animo altrui, in caso contrario ho sempre pensato che ad ogni errata conseguenza venisse recapitata una scusa e non un xD/  -.-“”””/ ma le scuse le devo dare io per essere stato così cretino da continuare a fidarmi dei miei lettori, del web. Evidentemente dovevo prendere le giuste misure.

Mi ero trovato bene qua, nel mio antro barocco, mi ero trovato bene con tutto, la grafica, la solitudine… mi è andato bene tutto, non mi sono abbattuto se nessuno commentasse, se i lettori fissi fossero così pochi. Anzi, ne ero felice. Prima di tutto scrivo per la gente che mi fa provare emozioni, che fa parte della mia vita – la mia famiglia con tutto il ramo genealogico, francy, la mia classe, i miei amici in toto. E non me ne fregava molto dell’altro, stavo bene così, con la mia moleskine nera e illuminata con soffusi colori. Evidentemente al giorno d’oggi non c’è rispetto per nessuno.

Ho preso la decisione di lasciare il mio blog esposto, così. Nulla sarà più aggiornato oltre le sporadiche recensioni per Giunti Y, resterà questo post e poi annacquato nella noia di un pomeriggio estivo. Pure la mia pagina su efp non sarà aggiornata. Non ho voglia di farlo, non con voi, non con un blog di questo genere. No. Forse riaprirò un blog, per essere sinceri, ma posterei soltanto pareri su argomenti noiosi. Nessun sentimento, emozione, frase, racconto. Nessun vero me stesso. E ciò mi rattrista, mi sento tarpata la libertà di pensiero.

Stavolta non mi hanno spodestato. Non c’era nessun vento. C’era una bufera, una tempesta. E ho deciso di rintanarmi al sicuro.

Grazie, davvero, per avermi deluso.

Per aver fatto questo.

Adesso spero di poter sparire.

Non assolutamente vostro,

Chesy.

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