giovedì 27 gennaio 2011

Le danseurs dans l’obscurité

Dicembre felice,

vanificato il ricordo,

ch’ora, solerte,

s’aggrappa lontano e

s’accinge là in fondo

a smembrare d’infetto silenzio

corpi di gelo.

Come figli straziati,

estirpati da un livido campo

che dolente sfiorisce infranto.

 

E allora s’amano,

perché alla loro danza non c’è

scampo,

così oscura, dolce,

d’infinito stampo

è l’impronta sul vetro

che come famelico tratto

riassume l’inganno.

 

E allora colano,

particelle d’amore,

morte felici.

3 commenti:

  1. Le luci sugli alberi sembrano spighe di lavanda.
    Possibile che dietro ogni parola riesca a vederci due allusioni diverse? Che specchio hai usato per creare questa poesia... divina?
    Allora hai dato un nome a quel che ci vola attorno. Particelle d'amore. Un'interpretazione ottimista.
    L'impronta sul vetro... mi ricorda Titanic. Sai, quando lui o lei mette la mano sul vetro posteriore della carrozza, tutta appannata, e la mano scivola (cola) come quella di un fantasma aggrappato al suo ultimo attimo di felicità (desiderio).

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  2. Grazie francy (:
    Anche se divina è un po' troppo.
    Ti sembrerà strano, ma non ho visto titanic. Direi soltanto che era troppo tempo che non scrivevo una poesia. Di getto, felice, malinconia, come volevo io.

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  3. Buon compleanno Vì, Chesy, stregatto!!!
    Ahimé non ho niente da regalarti se non i miei semplicissimi auguri... :(
    Ti voglio bene

    La Regina Bianca

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