Dicembre felice,
vanificato il ricordo,
ch’ora, solerte,
s’aggrappa lontano e
s’accinge là in fondo
a smembrare d’infetto silenzio
corpi di gelo.
Come figli straziati,
estirpati da un livido campo
che dolente sfiorisce infranto.
E allora s’amano,
perché alla loro danza non c’è
scampo,
così oscura, dolce,
d’infinito stampo
è l’impronta sul vetro
che come famelico tratto
riassume l’inganno.
E allora colano,
particelle d’amore,
morte felici.
Le luci sugli alberi sembrano spighe di lavanda.
RispondiEliminaPossibile che dietro ogni parola riesca a vederci due allusioni diverse? Che specchio hai usato per creare questa poesia... divina?
Allora hai dato un nome a quel che ci vola attorno. Particelle d'amore. Un'interpretazione ottimista.
L'impronta sul vetro... mi ricorda Titanic. Sai, quando lui o lei mette la mano sul vetro posteriore della carrozza, tutta appannata, e la mano scivola (cola) come quella di un fantasma aggrappato al suo ultimo attimo di felicità (desiderio).
Grazie francy (:
RispondiEliminaAnche se divina è un po' troppo.
Ti sembrerà strano, ma non ho visto titanic. Direi soltanto che era troppo tempo che non scrivevo una poesia. Di getto, felice, malinconia, come volevo io.
Buon compleanno Vì, Chesy, stregatto!!!
RispondiEliminaAhimé non ho niente da regalarti se non i miei semplicissimi auguri... :(
Ti voglio bene
La Regina Bianca